Poiché la remissione spontanea dell’ipertiroidismo non si verifica mai nei gatti, l’obiettivo della terapia è quello di normalizzare l’eccessiva secrezione di ormone tiroideo da parte della ghiandola tiroide.
La terapia migliore che porta a guarigione consiste nel rimuovere o distruggere il tumore tiroideo del gatto.
Esistono tre opzioni terapeutiche per il trattamento dell’ipertiroidismo felino:
La terapia d’elezione, che porta a guarigione il gatto, è lo iodio radioattivo.
Consiste nella somministrazione sottocute di una piccola dose di iodio radioattivo che agisce solo sul tessuto tiroideo iperattivo che lo assorbe.
La radiazione distrugge le cellule tumorali, iperattive mentre risparmia il normale tessuto tiroideo. Anche se questa esposizione alle radiazioni comporta rischi minimi per il proprietario e il gatto, sono necessarie strutture autorizzate per questo trattamento e protocolli di isolamento specifici. I vantaggi del trattamento con lo iodio radioattivo (Iodio-131) sono che il gatto guarisce dal tumore alla tiroide, non c’è anestesia e non ci sono rischi di reazione farmacologica.
Lo svantaggio è che poche strutture forniscono questa terapia e il gatto deve essere tenuto in isolamento per 14-28 giorni (a seconda della dose di iodio radioattivo che gli viene somministrato).
Anche la chirurgia può essere una opzione valida e porta a guarigione il gatto se il nodulo tiroideo è solitario.
Questo si verifica raramente nel gatto che nel 70-80% dei casi ha più noduli tiroidei. In caso della chirurgia bisogna considerare i rischi chirurgici e soprattutto le complicanze relative alla possibile rimozione delle paratiroidi e lo sviluppo di ipoparatiroidismo e ipotiroidismo iatrogeno.
La terapia medica con un farmaco tireostatico (metimazolo o carbimazolo) effettua solo un controllo sulla malattia, bloccando la produzione in eccesso dell’ormone tiroideo.
Il farmaco deve essere somministrato al gatto una o due volte al giorno per tutta la vita. La gestione dell’ipertiroidismo con i farmaci tireostatici sembrerebbe essere l’opzione più semplice ed economica disponibile, ma questo spesso si rivela falso poiché il farmaco può avere gravi effetti collaterali e deve essere utilizzato per tutta la vita del gatto.
I farmaci tireostatici non curano la malattia, né distruggono le cellule tumorali che causano il problema. Gli effetti collaterali del metimazolo o del carbimazolo sono comuni e spesso gravi e includono anoressia, vomito, letargia, escoriazioni (testa e collo), sanguinamento, epatopatia, trombocitopenia, agranulocitosi, leucopenia.
I vantaggi della terapia medica sono un basso costo iniziale, la disponibilità immediata del trattamento e non necessita di ricovero.
Gli svantaggi sono la necessità di somministrare il farmaco a vita giornalmente, i potenziali effetti avversi da farmaco e i costi elevati a lungo termine.
Un accenno va fatto anche su una quarta possibilità di terapia e cioè la dieta priva di iodio.
Deve essere somministrata in maniera assolutamente esclusiva a vita. Con la dieta povera di iodio il controllo dell’ipertiroidismo è più difficile.
La terapia con Iodio 131 è la terapia più sicura ed efficace per l’ipertiroidismo felino. Lo Iodio 131 distrugge il tumore e il gatto guarisce.
Questa terapia presenta maggiori vantaggi rispetto alla chirurgia e alla terapia farmacologica, in quanto è un rimedio definitivo e praticamente privo di rischi per l’animale.
Consiste in un’unica somministrazione sottocute di Iodio 131, dose sufficiente per guarire il gatto da una patologia che altrimenti, anche con i farmaci che sopprimono la produzione di ormoni tiroidei, progredisce inesorabilmente e porta alla morte.
Lo iodio iniettato viene captato dalle cellule iperattive della tiroide e le distrugge risparmiando le ghiandole paratiroidi vicine.
L’anestesia generale non è richiesta per la terapia, eliminando così un importante fattore di rischio per il gatto che è spesso un paziente geriatrico. Non è necessario nessun trattamento farmacologico.
Se il gatto deve essere sottoposto alla terapia con iodio radioattivo e sta prendendo un farmaco tireostatico (metimazolo, carbimazolo), deve interrompere il farmaco tireostatico almeno una settimana prima che venga somministrato lo iodio radioattivo.
Lo svantaggio principale di questa terapia è che, dopo la sua somministrazione, a causa della sua radioattività il gatto deve rimanere in clinica in un reparto dedicato per un periodo di circa 14-28 giorni. Trascorsi questi il gatto può tornare a casa guarito, senza rischi di contaminazione da radiazioni per il proprietario.
La terapia radiometabolica con lo Iodio 131 è considerata la migliore nell’ipertiroidismo felino perché è semplice, efficace e sicura e può essere fatta qualsiasi età abbia il gatto. Poiché il tessuto tiroideo normale viene risparmiato, nella maggior parte dei casi non c’è bisogno di nessuna integrazione di ormoni tiroidei.
Dopo una singola iniezione si ottiene la guarigione nel 98,5% dei casi e nel 99,8% dopo una seconda iniezione. I gatti che richiedono una seconda iniezione per guarire sono nella maggior parte affetti da carcinoma tiroideo. Gli effetti collaterali della terapia sono così rari che, se dopo la terapia i gatti non stanno bene, si cerca sempre una causa diversa. Quindi, se il tuo gatto dopo il ritorno a casa, non si comporta normalmente, non beve, non mangia, non aspettare e rivolgiti subito al tuo veterinario.
Solo dopo aver escluso la presenza di altre patologie possiamo considerare i sintomi presenti come una reazione insolita al trattamento.
La Clinica Veterinaria Spinnato è l’unica attualmente in Italia ad avere la possibilità di effettuare questo trattamento.
Le complicazioni che più spesso insorgono in corso di ipertiroidismo felino non diagnosticato e trattato adeguatamente in tempo sono la cardiomiopatia tireotossica, l’insufficienza renale, l’ipertensione, la sarcopenia, problemi gastroenterici.
Se non trattato in tempo l’ipertiroidismo e le patologie che secondariamente insorgono portano al decesso del paziente.
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